Situata pochi metri prima dell’ingresso alla Cartiera di Toscolano, la villa romana dei Nonii Arrii costituisce uno dei più importanti edifici residenziali presenti in età romana sulle rive del lago di Garda.
Il complesso si estendeva a breve distanza dalla riva del lago, verso cui si affacciava con il suo prospetto principale. L’impianto generale, le dimensioni, le caratteristiche architettoniche e decorative lo inseriscono nel gruppo delle ville lacustri esistenti sulle sponde del Benacus, i cui esempi più noti sono le ville di Sirmione, (“Grotte di Catullo”) e di Desenzano del Garda.
I primi ritrovamenti archeologici nell’area risalgono al XV e XVI secolo; alla fine dell’Ottocento furono eseguiti scavi estesi, poi reinterrati. La villa apparteneva probabilmente ai Nonii, una delle più importanti e influenti famiglie bresciane, che aveva interessi economici e vaste proprietà nella zona del lago e nel vicino territorio collinare e montano. Grazie a un’iscrizione proveniente probabilmente dall’area della villa, questa è stata attribuita a Marco Nonio Macrino, console nel 154, proconsole d’Asia nel 170-171, legatus e comes dell’imperatore Marco Aurelio. Si tratta pertanto, fra le ville gardesane, dell’unico caso in cui è stato possibile identificare con pochi margini di dubbio il proprietario, almeno nella fase di II secolo d.C., benché l’edificio anche successivamente può essere rimasto di proprietà della ricca e potente famiglia bresciana.